Leggi la testimonianza integrale di S.E. Rev.ma Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, Segreteria di Stato, Vaticano.
Ringrazio sinceramente per l’invito Sua Eminenza il Cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro e Presidente della Fondazione Fratelli tutti, P. Francesco Occhetta, S.I., Segretario Generale, i Consiglieri e tutti gli attenti partecipanti a questo appuntamento.
Una buona politica dall’amicizia sociale
Con l’espressione “amicizia sociale”, Papa Francesco, in particolare nell’enciclica Fratelli tutti, vuole descrivere una visione di relazioni umane basate su solidarietà, rispetto reciproco e cooperazione per il bene comune. Tale visione supera l’individualismo e coltiva relazioni aperte, dove si è disposti a prendersi cura degli altri e a collaborare per il bene della comunità. Il germe buono dell’amicizia personale, cresce e fruttifica nell’impegno a costruire legami sociali che promuovono l’inclusione e la condivisione, ovvero l’incontro con l’umanità al di là del proprio gruppo. La ricerca del bene comune, specialmente dei più vulnerabili, è una forma di amore che si esprime attraverso l’impegno sociale e politico per costruire una società più giusta e fraterna. Questa è la buona politica che tutti attendono e che, già in Evangelii Gaudium, Papa Francesco aveva definito “una delle forme più preziose della carità”[1] e alla quale dedica l’intero V capitolo della Fratelli Tutti. La politica può restare fedele a se stessa se si pone sempre a servizio del bene comune, senza cedere al populismo demagogico o al liberalismo senza cuore[2]. Secondo Papa Francesco, proprio il “popolo” dovrebbe essere al centro dell’azione politica[3]. La buona politica deve essere, poi, concreta e realizzare le condizioni perché, nel quadro generale di una cittadinanza riconosciuta e tutelata per tutti i suoi membri, la persona e le sue comunità di riferimento possano contribuire alla vita sociale ed avere terra, casa e lavoro[4].
In sintesi, la politica, come via istituzionale della carità[5], deve essere animata, nel suo agire a livello di ordinamento civile, dall’amore sociale, che resta la via più sicura per raggiungere lo sviluppo di tutti: “Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume, il politico gli costruisce un ponte”[6].
La buona politica ed il contesto attuale
Il contesto geopolitico globale in cui la buona politica si trova ad operare è, ça va sans dire, complesso e caratterizzato da una serie di sfide e tensioni a livello internazionale. Il quadro internazionale fatica a trovare un adeguato assetto di stabilità, si assiste a un cambiamento negli equilibri di potere globali, con nuove alleanze e rivalità che emergono ed influenzano la convivenza tra i popoli. Segnalo, così, solo alcune delle principali dinamiche che più lo caratterizzano.
- Conflitto Russia-Ucraina
L’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022 ha scatenato una crisi globale. Il conflitto ha portato a sanzioni economiche senza precedenti contro la Russia da parte dell’Occidente, e ha spinto molti Paesi europei a ridurre la loro dipendenza energetica dalla Russia, ma ciò richiede tempo e investimenti significativi. A tale impegno, però, non pare far seguito un vero sforzo che ponga le premesse per l’incontro e la discussione tra le parti, per porre fine all’odio, alla violenza, alla distruzione e alla morte, ed aprire strade di pace e di ricostruzione. Si assiste anche, in senso negativo, all’incremento esponenziale della produzione di armamenti e alla minaccia nucleare. Papa Francesco invoca il dialogo e il rispetto del diritto internazionale[7], quali mezzi per giungere ad una giusta pace. Più in generale, il Pontefice chiede anche che: “con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa”[8].
Il conflitto tra Russia e Ucraina pare aver rafforzato l’unità tra gli Stati Uniti e i loro alleati europei; tuttavia, ha anche messo in luce e aumentato le divisioni all’interno dell’Europa, mentre altri Paesi in Asia e America Latina hanno adottato posizioni più neutrali o ambigue.
- La Cina e gli Stati Uniti
Cina e Stati Uniti sono coinvolti in una crescente rivalità geopolitica. La competizione si estende a vari settori, tra cui tecnologia, commercio, sicurezza militare e influenza geopolitica. La Cina, con la sua rapida crescita economica, ha messo in dubbio la supremazia degli Stati Uniti, espandendo la propria influenza attraverso iniziative come la Belt and Road Initiative (BRI). La rivalità si estende anche all’ambito tecnologico (il caso Huawei è stato emblematico, come anche la vicenda Tik Tok). La Cina ha poi aumentato significativamente le sue capacità militari negli ultimi decenni, sviluppando una moderna forza armata con capacità avanzate e una crescente flotta navale. Gli Stati Uniti, con la loro presenza militare globale, vedono questo come una sfida diretta alla loro superiorità militare, specialmente nella regione indo-pacifica.
Uno dei principali punti di tensione è il Mar Cinese Meridionale, dove gli Stati Uniti, insieme ad alleati regionali come India, Giappone e Australia (Quadrilateral Security Dialogue QUAD), conducono operazioni di “libertà di navigazione” per contendere le rivendicazioni cinesi e mantenere il diritto internazionale. La rivalità si manifesta anche nella diplomazia, con entrambi i Paesi che cercano di guadagnare sostegno internazionale per le proprie visioni e politiche. Le istituzioni internazionali, dal commercio, alla sanità e alla sicurezza, sono sotto pressione e la cooperazione globale su temi cruciali come il cambiamento climatico e la non proliferazione nucleare è spesso compromessa.
Le preoccupazioni su Taiwan restano vive. Gli Stati Uniti mantengono un impegno di difesa nei confronti dell’Isola, mentre la Cina, che la considera una provincia ribelle, ha aumentato significativamente la pressione diplomatica e militare. USA e Cina, però, non hanno mai smesso di parlarsi e di intrattenere colloqui riservati per evitare un incremento della tensione.
- Medio Oriente
Per alcuni osservatori un elemento importante, che segnerebbe un punto di svolta nella geopolitica del Medio Oriente, è il processo di normalizzazione tra Israele e alcuni Paesi arabi, come Emirati Arabi Uniti e Bahrain, siglato dagli Accordi del 2020. Esso, però, non ha risolto la questione palestinese, ora esplosa in tutta la sua brutale violenza. Dopo il disumano attacco terroristico di Hamas a Israele il 7 ottobre di un anno fa e la risposta militare di Tel Aviv, che suscita parecchi interrogativi quanto alla proporzionalità, tale processo è in pericolo e, di conseguenza, esso non ha conseguito, al momento, lo stabilimento delle relazioni diplomatiche fra Arabia Saudita e Israele che sembrava ormai vicinissimo.
A quasi un anno dall’inizio del conflitto in Gaza, il bilancio dei morti ha superato i 42.000, con moltissime vittime civili, tra cui donne e bambini, e il ferimento di almeno 100.000 persone. Le condizioni di vita nella Striscia di Gaza sono sempre più insostenibili, a causa dei bombardamenti israeliani continui, dei servizi sanitari limitati e della scarsità di cibo e di acqua. Protezione e aiuti umanitari sono inderogabili. Israele continua a condurre operazioni militari contro Hamas e altri gruppi armati palestinesi, e contro Hezbollah che aveva intensificato gli attacchi con razzi verso il nord di Israele ed attualmente è oggetto di una pesante operazione militare israeliana nel sud del Libano. La comunità internazionale sta cercando di mediare per un cessate il fuoco, invocato anche da Papa Francesco insieme alla liberazione degli ostaggi e gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese, ma fino ad ora i tentativi non hanno avuto successo. La Santa Sede chiede con insistenza la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme[9].
Le divergenze, poi, tra Iran e Occidente rimangono palesi, soprattutto riguardo al programma nucleare iraniano. In proposito Papa Francesco auspica che si possa giungere al più presto alla ripresa dei negoziati per il riavvio del Piano d’azione congiunto globale, meglio noto come “Accordo sul nucleare iraniano”, per garantire a tutti un futuro più sicuro[10].
Nel contesto geopolitico mediorientale, vanno evidenziate anche le complesse dinamiche che intercorrono tra l’Iran sciita e l’Arabia Saudita sunnita, dato che entrambi i Paesi cercano di affermarsi come leader del mondo islamico e di esercitare la loro influenza politica, economica e religiosa nel Medio Oriente. Ciononostante, in tempi recenti c’è stato un riavvicinamento significativo tra i due Paesi, in particolare sulla questione yemenita. Esso è culminato con la riapertura delle rispettive ambasciate nel 2023. Tali dinamiche influiscono senz’altro anche sui conflitti in corso in quell’area geografica, nonché sulle popolazioni della regione, in particolare quelle sciite.
Per stare nei tempi assegnatimi, devo tralasciare di considerare altre aree geografiche che richiederebbero certo più che un semplice accenno. Mi rivolgo ora a tre temi trasversali quali il cambiamento climatico, il multilateralismo in difficoltà e l’intelligenza artificiale.
- Crisi energetica e climatica
Già dieci anni fa, Papa Francesco riconosceva, nella Laudato si’, che un consenso scientifico molto consistente indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico e che su di esso una particolare incidenza è attribuibile all’uso di combustibili fossili[11]. Tale cambiamento colpisce soprattutto i più deboli e vulnerabili, coloro che occupano le aree costiere e le zone in via di desertificazione, che ne soffrono le conseguenze più gravi. Proprio i Paesi più poveri, che meno contribuiscono al cambiamento climatico, sono quelli che sopportano il peso maggiore dei suoi effetti, compreso l’innalzamento del livello del mare. Un ruolo non indifferente nel peggioramento climatico è interpretato negativamente da un sistema economico che, nel voler raggiungere i propri obiettivi, pare non curarsi del benessere delle persone e dell’ambiente. Papa Francesco chiede che si ponga mano ad una risposta collettiva e solidale, e che i responsabili delle nazioni promuovano politiche energetiche sostenibili e stili di vita improntati alla sostenibilità ed all’ecologia integrale: “C’è infatti un vero ‘debito ecologico’, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi”[12].
Accanto a ciò, s’impone, infatti, un modo di vivere più sobrio e responsabile da parte di ciascuno verso la natura. In esso diventa centrale l’aspetto educativo ad una maggiore consapevolezza ecologica delle nostre azioni e degli impatti che esse hanno non solo sulle attuali generazioni ma anche su quelle future. L’ambiente, aggiunge il Papa, è un prestito che ciascuna generazione riceve e deve trasmettere a quella successiva[13]. Per far fronte alle immotivate resistenze (negazionismo ottuso) o alle false conversioni (greenwashing), occorre un dialogo aperto e onesto fondato su un’etica che riconosca il valore intrinseco del creato e della dignità umana.
- Multilateralismo in difficoltà
La crisi delle organizzazioni internazionali deriva da una combinazione di fattori interni (quali, ad esempio, la lentezza decisionale e le strutture inadeguate) ed elementi esterni (nazionalismo crescente, rivalità geopolitiche e nuove dinamiche globali)[14]. L’attuale congiuntura negativa è causata, tra l’altro, dall’indebolimento di quelle strutture di diplomazia multilaterale che hanno visto la luce dopo il secondo conflitto mondiale. Organismi creati per favorire la sicurezza, la pace e la cooperazione non riescono più a unire tutti i loro membri intorno a un tavolo. C’è il rischio di una “monadologia” e della frammentazione in “club” che lasciano entrare solo Stati ritenuti ideologicamente affini. Anche quegli organismi finora efficienti, concentrati sul bene comune e su questioni tecniche, rischiano una paralisi a causa di polarizzazioni ideologiche, venendo strumentalizzati da singoli Stati. Ciononostante, le organizzazioni internazionali continuano a svolgere un ruolo cruciale nel coordinamento delle istanze a livello globale, anche se è sempre più evidente la necessità di una loro riforma profonda, perché siano più inclusive ed efficaci nel garantire pace e sviluppo, adattandosi alle nuove realtà del XXI secolo[15].
- L’Intelligenza Artificiale
Papa Francesco riconosce che l’IA, una delle sfide più importanti per i prossimi anni, ha il potenziale di migliorare la vita umana, contribuendo a settori come la medicina, l’istruzione e la comunicazione. Egli afferma che l’IA, anche analizzando enormi volumi di dati molto più velocemente di quanto potrebbe fare un essere umano, può facilitare compiti complessi e migliorare l’efficienza, portando a una democratizzazione dell’accesso alla conoscenza e a un avanzamento della ricerca scientifica. Tuttavia, il Papa ha anche avvertito che tali benefici non sono garantiti e che è fondamentale che lo sviluppo tecnologico avvenga in modo responsabile, rispettando la dignità umana e il bene comune[16]. Tra i pericoli, il Pontefice ricorda l’uso discriminatorio di algoritmi e la possibilità che decisioni cruciali sulla vita delle persone vengano delegate a macchine. È inaccettabile che la vita e il futuro di qualcuno siano decisi da un algoritmo, specialmente delle persone più vulnerabili[17]. Inoltre, Papa Francesco ha evidenziato la necessità di una seria riflessione morale sull’integrazione dell’IA nella vita quotidiana, per evitare che essa contribuisca a disuguaglianze e conflitti[18]. La Santa Sede sostiene, quindi, la necessità di un quadro normativo per un’etica complessiva dell’Intelligenza Artificiale[19].
La dignità di ogni persona deve essere, infatti, al centro dello sviluppo tecnologico, e le innovazioni devono essere orientate al bene comune, promuovendo la giustizia e la pace[20]. È necessario, dunque, un dialogo tra diverse visioni del mondo per trovare un terreno comune sui diritti e i doveri nell’era digitale[21].
Conclusione
Affrontare i problemi planetari in un mondo globalizzato richiede, oltre a un pizzico di sano coraggio e una solida fede in Dio, un approccio integrato che integri l’impegno sociale nella dimensione evangelica. Come ci insegna Papa Francesco, le soluzioni rapide e superficiali in un cambiamento d’epoca qual è quello attuale non portano lontano. Occorre anzitutto una conversione spirituale. La Chiesa cattolica, attraverso la sua dottrina sociale, offre linee guida fondamentali per affrontare queste sfide:
- Promozione del Bene Comune: Lavorare per il bene comune implica non solo il miglioramento delle condizioni di vita individuali, ma anche la creazione di una società giusta e solidale. Questo richiede un impegno attivo da parte di tutti i membri della comunità, soprattutto i laici, per contribuire a un ordine sociale più equo.
- Educazione alla Responsabilità Sociale: È essenziale sviluppare una coscienza sociale tra i fedeli, educandoli a riconoscere e a rispondere alle ingiustizie. La formazione alla responsabilità sociale è parte integrante della missione evangelizzatrice della Chiesa, che deve includere l’attenzione alle questioni sociali ed economiche che influenzano la vita delle persone.
- Dialogo e Collaborazione: La Chiesa incoraggia il dialogo tra culture e le diverse religioni per affrontare le sfide comuni. Questo approccio ecumenico e interreligioso è fondamentale per costruire ponti e promuovere la pace in un contesto di crescente polarizzazione.
- Testimonianza e Azione: La testimonianza cristiana deve tradursi in azioni concrete. La Chiesa è chiamata a essere una voce per i poveri e gli oppressi, e a promuovere la giustizia sociale attraverso opere di carità e solidarietà. La pratica della carità deve essere accompagnata da un impegno per cambiare le strutture sociali che perpetuano l’ingiustizia.
- Integrazione della dimensione sociale nell’Evangelizzazione: La dottrina sociale della Chiesa è parte integrante della sua missione evangelizzatrice. Non si può separare l’annuncio del Vangelo dalla promozione della giustizia e della dignità umana. La Chiesa deve affrontare le questioni sociali come parte della sua missione di salvezza.
Mentre auspico, infine, che la Fondazione prosegua con frutto, in modo sinodale, nella promozione della fraternità e del dialogo[22], offrendo ancora valide occasioni d’incontro come quella odierna, auguro a tutti i presenti buon lavoro!
[1] Evangelii Gaudium, 222 – 223.
[2] Il primo è negativo quando utilizza il disprezzo per i deboli come strumento demagogico mediante cui definire un “noi” contrapposto a un “loro”; il secondo lo è quando l’interesse economico di pochi viene anteposto senza scrupoli alle condizioni di vita di intere popolazioni, cfr. Fratelli Tutti, 155 – 169.
[3] Secondo Papa Francesco, proprio la nozione di “popolo” dovrebbe essere al centro dell’azione politica. Il popolo è il soggetto comunitario dal quale scaturisce un’identità etico-culturale, portatrice di un “plusvalore” non quantificabile. Il popolo è l’insieme dei legami che compongono l’intreccio socio-culturale di una Nazione, in esso si raccolgono le tradizioni, gli usi e i costumi, il patrimonio valoriale condiviso da un insieme di persone e gli obiettivi comuni verso cui tendere. Il popolo sa esprimersi nelle comunità intermedie che raccolgono e incanalano le aspirazioni, i progetti e le esperienze di solidarietà concreta, cfr. M. Czerny – C. Barone, Fraternità “Segno dei Tempi”. Il magistero sociale di Papa Francesco, LEV, p. 160-163.
[4] Di contro, rispetto al popolo, si pongono le visioni economiche più sfrenatamente liberiste, le quali lucrano sull’individualismo cui può soggiacere la persona privata dei suoi riferimenti più vicini: la famiglia, gli amici, l’associazione di riferimento sia esso civile, culturale, sociale o partitico. Isolato in una monade, l’individuo diventa utente o cliente, se non addirittura, come nella rete internet falsamente gratuita, prodotto in vendita.
[5] Cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, 7.
[6] Fratelli Tutti, 186.
[7] Discorso al Corpo diplomatico, 8 gennaio 2024.
[8] Fratelli tutti, 262.
[9] Discorso al Corpo diplomatico, 8 gennaio 2024.
[10] Idem.
[11] Laudato si’, 23.
[12] Idem, 51.
[13] Idem, 159.
[14] Il dialogo, invece, dev’essere l’anima della Comunità internazionale. Per rilanciare un comune impegno a servizio della pace, occorre recuperare le radici, lo spirito e i valori che hanno originato quegli organismi, pur tenendo conto del mutato contesto e avendo riguardo per quanti non si sentono adeguatamente rappresentati dalle strutture delle organizzazioni internazionali, cfr. Discorso al Corpo diplomatico, 8 gennaio 2024.
[15] Cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, 67; Paul R. Gallagher, Statement at the 78th High-Level Week General Debate, New York, 26 settembre 2023.
[16] Messaggio per la LVII Giornata mondiale della Pace, 1° gennaio 2024; Discorso al Corpo diplomatico, 8 gennaio 2024; Discorso alla Sessione del G7 sull’Intelligenza artificiale, 14 giugno 2024; Pontificia Accademia per la Vita, Rome Call for AI Ethics, 8 febbraio 2020.
[17] Discorso ai partecipanti all’Incontro Rome Call promosso dalla Fondazione Renaissance, 10 gennaio 2023; Paul R. Gallagher, Statement at the 78th High-Level Week General Debate, New York, 26 settembre 2023.
[18] Messaggio per LVII Giornata mondiale della Pace, 1° gennaio 2024.
[19] “Artificial Intelligence (AI) is the latest building block in the vast expansion of industrial pursuits and the marvelous discoveries of science. Technology reflects the orientation towards the future, and there is an urgent need to regulate it. The Holy See advocates for a regulatory framework for AI ethics that encompasses the lifecycle of AI and addresses, inter alia, data protection, accountability, bias, and the impact of AI on employment”, Pietro Parolin, Dichiarazione, Summit of the Future, New York, 23 settembre 2024.
L’obiettivo della regolamentazione, naturalmente, non dovrebbe essere solo quello di prevenire e contenere i rischi, ma anche di incoraggiare le buone pratiche, stimolando approcci nuovi e creativi e facilitando iniziative personali e collettive. A tale riguardo la Santa Sede promuove l’idea (ad. es. in seno all’ONU, anche di recente nello Statement del 1° aprile 2024, in occasione del General Exchange of Views at the United Nations Disarmament Commission during the 78th Session of the United Nations General Assembly) dell’istituzione di un’agenzia internazionale, mutatis mutandis analoga all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), per monitorare e garantire la “ragionevole sicurezza” dei potenti sistemi dell’IA.
[20] Discorso ai partecipanti all’Assemblea plenaria della Pontificia Accademia della Vita, 25 febbraio 2019); Messaggio per la LVIII Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, 24 gennaio 2024.
[21] Messaggio per la LVII Giornata mondiale della Pace, 1° gennaio 2024, 8; Messaggio per la LVIII Giornata mondiale della Comunicazioni sociali, 24 gennaio 2024.
[22] Cfr. Statuto della Fondazione Fratelli tutti, Art. 3.