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Luca Masneri: “I consigli comunali discutano l’ordine del giorno della Fondazione Fratelli tutti e Anci. La fraternità dà un senso al nostro lavoro quotidiano”

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  • Intervista a Luca Masneri, sindaco di Edolo, coordinatore del tavolo degli amministratori locali per la Fondazione Fratelli tutti.
    “Quando qualche collega mi dice “la fraternità è una cosa da preti” rispondo sempre così: “Ti sbagli, è quello che noi amministratori facciamo tutti i giorni”.

    Luca Masneri, 43 anni, sindaco di Edolo in provincia di Brescia, consigliere nazionale dell’Anci, è il coordinatore da tre anni del tavolo degli amministratori locali per la Fondazione Fratelli tutti, responsabilità che condivide con Pierangelo Milesi. Durante l’ultimo World Meeting on Human Fraternity (Meeting mondiale della Fraternità) il suo tavolo è stato tra i più seguiti e più produttivi.
    Ora una nuova sfida, un passo avanti: la Fondazione Fratelli tutti, con il Presidente Cardinale Mauro Gambetti e il Segretario Generale Padre Francesco Occhetta, hanno firmato un’intesa con l’Associazione nazionale dei comuni italiani illustrata alla stampa dal Presidente Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, il 21 gennaio. Non una semplice collaborazione ma un ordine del giorno scritto a quattro mani per introdurre il valore della fraternità nell’azione amministrativa. Un documento a disposizione dei consigli comunali per l’approvazione nel corso dell’anno giubilare.

    Sindaco Masneri, a cosa serve la fraternità nell’amministrazione delle comunità piccole o grandi?

    “É una ricerca di senso. Tanti comuni vivono la loro vita quotidiana nella solitudine, fanno uno straordinario esercizio di civismo scollegato da altre esperienze e da una radice profonda. L’ordine del giorno serve ad avviare un percorso che si ispira alla fraternità. Tanti amministratori già conoscono questa esperienza. Fanno rete con il Terzo settore, sono attenti alla persona umana. Questo spirito è un’eccellenza del nostro Paese. Il documento di Anci e Fondazione Fratelli tutti coltiva la collaborazione istituzionale, ma soprattutto dà un senso al lavoro degli amministratori”.

    Quale altra parole potremmo usare al posto di fraternità: partecipazione, condivisione, solidarietà? 

    “La parola più giusta è sussidiarietà. Ma non tutti ne conoscono il significato. Allora direi più chiaramente: attenzione alla persona umana, metterla al centro, nella sua dimensione individuale e sociale”.

    La delibera prevede la nascita di tavoli all’interno dei consigli comunali aperti anche a personalità esterne. Come è stata accolta questa proposta?

    “Molto positivamente. Non c’è nessuna gelosia. Del resto i rapporti che gli amministratori già coltivano con associazioni, Terzo settore sono tantissimi, più o meno istituzionalizzati”.

    L’obiettivo è che tutti gli 8000 comuni italiani votino l’ordine del giorno. Realisticamente, lei quale cifra ha in mente?

    “L’asticella è 8000, ma se almeno 500 comuni daranno il via libera sarà un successo. Molti coglieranno l’occasione dell’esame dei bilanci di previsione in questi giorni. Dico di più: nei grandi comuni, dove i partiti pesano maggiormente, sta nascendo una discussione nei gruppi consiliari. E’ quello che vogliamo. Un dibattito politico vero e proprio intorno al tema della fraternità. Per accendere un riflettore su questo tema”.

    Il sindaco di quale città le piacerebbe avere al vostro tavolo durante il World Meeting on Human Fraternity (Meeting mondiale della Fraternità)? 

    “Il sindaco di Kiev Vitalij Klyčko. É una bella figura, l’ho seguito anche nella sua precedente vita di sportivo, come campione del mondo di pugilato. Simboleggia una città che resiste da tre anni alle bombe. E anche il suo omologo di Mosca Sergej Sobjanin. Nello spirito di La Pira: l’unione delle città ispira l’unione delle Nazioni. I sindaci sono più inclini dei presidenti a costruire il dialogo”.

    Perchè un consiglio comunale dovrebbe votare il vostro ordine del giorno?

    “Perchè dobbiamo dare un senso all’esperienza amministrativa. Perchè anche una strada o una tassa hanno bisogno di un setaccio valoriale. Il tema della fraternità può essere un metodo per le politiche pubbliche. É la cornice di tutto. O dovrebbe esserlo”.

    Intervista di Goffredo de Marchis