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La condivisione del cibo segno di fraternità. Coldiretti in Piazza San Pietro

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  • World Meeting on Human Fraternity
  • La fraternità è sempre, prima di tutto, una cultura che va scelta, si compone di gesti concreti, di dialogo, di gratuità, di purificazione della memoria, di giustizia e di solidarietà.

    Non c’è nulla di utopico in questa idea: i tempi recenti ci hanno insegnato che l’io non basta a se stesso è sempre il “noi” che apre le porte a occasioni di riscatto, letteralmente “giubilari”, nella società. È una sfida grande che ha bisogno di un’alleanza sociale nuova capace di capovolgere modelli che hanno perso umanità. Vale per tutti gli ambiti, dall’impresa al terzo settore, alla politica e all’associazionismo.

    Lo ha compreso bene Coldiretti, la prima rappresentanza del mondo agricolo in Europa, che il 10 giugno sarà con noi in piazza San Pietro per celebrare il Meeting Mondiale della Fraternità Umana, organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti con la collaborazione della Basilica di San Pietro, del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e del Dicastero per la Comunicazione.

    A questo incontro parteciperà Papa Francesco: parteciperanno migliaia di giovani, 30 premi Nobel, 8 piazze collegate dal mondo, famiglie, volontari, persone fragili, associazioni e imprese che stanno scegliendo di dire il loro sì a lavorare insieme per una cultura della fraternità.

    Coldiretti offrirà ai più bisognosi il cibo delle nostre campagne: un gesto semplice, carico di vita che testimonia l’impegno sociale a costruire una cultura di condivisione e di comunione fraterna a partire dal dono del cibo. L’uomo e il suo ruolo centrale per l’ecosistema della terra, dell’acqua, dei boschi, sono alcuni dei temi visibili nella scelta di un’agricoltura pulita e solidale, così come dei mercati di Campagna Amica, con i quali si offre un’opportunità di reddito alle imprese più piccole e si sostengono i cittadini più fragili. È di Coldiretti anche l’impegno a diffondere la cultura della buona alimentazione tra le generazioni più giovani, promuovendo la presenza delle imprese agricole in ambito sociale con fattorie didattiche e agriasili. Ma c’è di più, grazie alle attività per il reinserimento delle persone tossicodipendenti e dei detenuti, che nei diversi campi dell’azienda ritrovano una prospettiva lavorativa e una nuova speranza di vita.

    Questi laboratori di socialità sono esperienze capaci di connettere culture e popoli: è la tradizione d’impresa di prossimità che ha generato l’esperienza dei Farmers Market Mondiali, promossi nel programma “Sister Markets”, che favoriscono il consumo di prodotti agricoli freschi, stagionali e di provenienza locale insieme al rafforzamento dell’amicizia, della pace e della protezione delle risorse naturali tra i popoli.

    Emerge tra le righe la visione di Paolo Bonomi, il fondatore della Coldiretti, che ha saputo tener insieme la fedeltà delle “virtù contadine”, il sacrificio del lavoro, la pazienza dei tempi della natura, la preghiera a Dio creatore, insieme alla creatività delle scelte da compiere in un mondo in continua evoluzione per conservare la pace e promuovere la democrazia.

    Il cibo che verrà offerto dalla Coldiretti rappresenta anche un atto simbolico: la condivisione dello stesso cibo ci mette in comunicazione a livello sociale. È il senso del “convivio”, dal latino cum-vivere, in cui – attraverso il cibo – “viviamo insieme”.

    Nell’enciclica Mater et Magistra Giovanni XXIII – figlio di uno dei cofondatori della Coldiretti – dedica una parte specifica al ruolo sociale dell’agricoltura, da costruire su una triplice priorità: la tutela dei prezzi, l’integrazione dei redditi, la sicurezza sociale.

    Come insegnamento rimane sullo sfondo del Meeting il pranzo di Babette del regista Gabriel Axel: una cena che è sinfonia di cibi e di sapori, ma anche atto d’amore e di speranza, di cui la gioia di vivere è la fonte. Attraverso un pasto tutti possono diventare più buoni: perché “la tavola è un sostituto della guerra”, ha scritto il più grande storico della gastronomia, Jean-Paul Aron.

    Babette lo aveva capito e aveva speso l’intera cifra vinta alla lotteria per prepararlo. Il suo banchetto è una metafora della vita e di quella gioia che a volte non si pregusta nelle fuggevoli gioie della vita.

    È per questo che ribadiamo: #Notalone, non da soli, ma insieme. È il messaggio che anche Coldiretti ha scelto di dare. Diventerà cultura se scegliamo di coltivarlo insieme.