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Lectio Petri – La vita di San Pietro. La sequela, le lacrime e il martirio

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  • Nel primo appuntamento, dal titolo “La vita di S. Pietro. La sequela, le lacrime e il martirio”, il Card. Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e fondatore del “Cortile dei Gentili”, ha proposto una riflessione e ha commentato alcuni dei passi evangelici più significativi riguardanti l’Apostolo e la sua vocazione. Le letture scelte (Matteo 4, 18-22 e Matteo 16, 13-19 sul primato di Pietro, Matteo 26, 69-75 sul rinnegamento e Giovanni 21, 1-19 sull’apparizione di Gesù sulla riva del lago di Galilea) sono state interpretate da Alba Rohrwacher, attrice nota e apprezzata a livello internazionale. L’evento è stato arricchito dall’introduzione e dalle conclusioni del Card. Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, e dalla performance musicale di un quartetto d’archi, con i brani Ave Verum Corpus (W.A. Mozart), Cantate Domino (G. F. Händel), Adagio dal Concerto in Do minore per Oboe e Archi (A. Marcello).

    «Pietro è una figura affascinante e complessa, narrata così anche nei Vangeli, con le sue debolezze e le sue fragilità. La sua storia è costellata di momenti diversi, potremmo definirle quasi delle “fasi”, le stesse che potrebbe attraversare un fedele ai giorni nostri: la vocazione, la crisi – sfociata nel tradimento – e poi la conversione e la riabilitazione finale. È un personaggio in un certo senso moderno, che merita di essere approfondito», commenta il Card. Ravasi. «È stato un mediatore tra le Chiese giudeo-cristiane e quelle pagane e, secondo l’Apostolo Paolo, è stato il primo testimone ufficiale della risurrezione di Cristo, ma il suo impatto non riguarda solo la fede e la tradizione cattolica. Questa iniziativa – le Lectio Petri – è particolarmente significativa proprio per questo: ogni incontro contribuirà ad offrire un aspetto, un profilo differente dell’Apostolo Pietro, nella teologia, nelle arti, nella storia e nella cultura».

    Il Card. Gambetti spiega: «All’interno del progetto degli Itinerari di Arte e Fede portato avanti dalla Basilica di S. Pietro guardiamo al primo degli Apostoli con gratitudine e riverenza, per aver attraversato il Mediterraneo ed essere giunto a Roma, nella città che il poeta Tibullo (55 a.C. ca. – 19-18 a.C.) definì “eterna”, ed aver reso testimonianza del suo amore per Gesù. Pietro ha seguito il Maestro diventandogli somigliante in tutto, imparando ad essere come Gesù, fratello e madre che raccoglie i suoi figli “come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali” (Lc 13,34). Lascia in eredità il mandato di essere fondamento della Chiesa, che si rivolge a tutti i popoli e culture per costruire insieme la fraternità universale. Tale eredità è custodita dalla Tradizione apostolica che ininterrotta giunge fino ai nostri giorni. Alla luce della fede di Pietro, vogliamo illuminare il volto della ‘nostra’ Chiesa e comprendere meglio la Via che, dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco, il Magistero addita a tutti i popoli per questo Terzo millennio».

    La vita di San Pietro. La sequela, le lacrime e il martirio