La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Come è possibile credere, amare e dubitare?
Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
L’amore di Gesù si rivela in questa profonda accettazione: i discepoli si prostrano a lui in segno di amore eppure, nel loro cuore, dubitano di lui. Quanto ci pesa dubitare quando amiamo qualcuno. Ci sentiamo quasi di tradire quell’amore e spesso lasciamo i dubbi nei nostri pensieri perché è più facile negare ciò che abbiamo pensato rispetto a ciò che abbiamo pronunciato.
Il dubbio nasce dalle paure, dalle insicurezze. Ecco perché Gesù le accetta. Il dubbio nasce dalla vulnerabilità, dalla fragilità. Il dubbio rivela tutta la nostra umanità. Ecco perché Gesù, implicitamente, lo considera a fondamento di una fede vera: non può esserci verità se non c’è autenticità e non possiamo essere autentici se non rispettiamo la nostra umanità. Dio ci vuole veri, amanti sinceri per essere testimoni credenti. Non ci vuole perfetti, ci vuole noi.
Il segreto non è negare i dubbi che intimamente abitano il nostro cuore ma è usare quei dubbi per metterci in movimento, alla ricerca di un Dio che ci convinca davvero.
“Andate e annunciate” è il lascito di Gesù: sì, possiamo amare anche se siamo vulnerabili fino a dubitare; possiamo e dobbiamo andare nel mondo annunciando l’amore profondo che proviamo per il Signore, nonostante tutte le nostre debolezze.
“Io sono con noi tutti i giorni” è la sua ultima rassicurazione: la presenza del Signore è una forza che colma ogni mancanza. Il suo non è un addio che lascia un vuoto ma è un invito a vivere la vita rivolti a-Dio. Lui è sempre con noi.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Quale dubbio, oggi, sento di provare nella mia fede?
Quale paura lo alimenta?
Cosa posso chiedere a Dio per trovare la risposta che mi serve, la rassicurazione di cui ho bisogno?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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