“Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te” è la dinamica della quotidianità, dove vivere insieme può significare anche ferirsi a vicenda e confliggere. A meno che non si scelga liberamente il male, dobbiamo accettare di sbagliare e di soffrire per questo.

Oggi Gesù ci propone lo strumento della correzione fraterna, la vera alternativa tra subire e vendicarsi, che sono le due forme estreme con cui viviamo i conflitti. Gesù parte dal presupposto di non lasciare mai l’altro ferito ma di fare sempre il primo passo. Perché? Semplicemente perché l’altro è mio fratello, questo mi autorizza ad esserne suo attento custode, come dice Ezechiele,nonché suo diretto responsabile.

Dopo aver interrogato il nostro cuore e aver fatto chiarezza in merito al torto subito, solo l’amore può spingerci a fare il primo passo e riaprire il dialogo interrotto a “tu per tu” per ammonire amorevolmente nell’intimità e nel rispetto.

“Se ti ascolterà avrai guadagnato un fratello”, il fondamento della ricchezza sono le relazioni, che ci consentono persino di guadagnare un fratello. Un verbo stupendo se non associato al potere, agli interessi e alla visibilità.

“Se non ascolterà prima prendi con te due testimoni, poi dillo allacomunità”, ecco dove vive lo spirito di comunione del Signore: nella comunità. La comunità rompe quel desiderio narcisistico ed onnipotente che abbiamo tutti di sentirci esclusivi, migliori e al centro del mondo invece che unici e speciali ma servitori nel mondo. Ecco perché la comunità è fondamentale per non smarrircie per non ammalarci di onnipotenza.

Infine, “se non dovesse ascoltare neanche la comunità sia per te come il pagano e il pubblicano”, ovvero se tutto il tuo impegnonon bastasse a ristabilire l’armonia è un appello a non escludere o emarginare gli altri, ma a vivere senza ostilità e vendetta, anche se con profonde differenze.

In fondo basta poco per realizzare il Regno dei Cieli, basta chedue o tre persone vivano la pedagogia della correzione fraterna per far sì che il Signore sia in mezzo a noi, quaggiù dove viviamo nella quotidianità delle nostre relazioni.