La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Ci vuole tempo per comprendere la Resurrezione, forse non basta una sola vita per vedere e credere. Nemmeno i discepoli prediletti riescono a comprendere fino in fondo che Gesù è veramente risorto come aveva annunciato, neanche quando vedono coi loro occhi il sepolcro vuoto.
Quando li riferiamo a Dio, vedere e credere sono due verbi davvero difficili.
È difficile vedere le Sue tracce nella nostra vita, è difficile credere che il Signore sia davvero presente. È difficile consapevolizzare che Dio è sempre un avvenimento, che è sempre dentro, presente e vivo in ciò che ci accade.
Invece spesso ci troviamo fermi alla sua morte, siamo angosciati dal vuoto e dall’assenza. Siamo spaesati. Le urla di Maria di Magdala quando non trova più il corpo di Gesù, le corse dei due discepoli al sepolcro. Tutti sono spaesati e lo cercano tra i morti, senza capire che Dio doveva uscire dal sepolcro per entrare nelle nostre vite.
La Resurrezione è il cuore di tutta la nostra fede.
Oggi è il tempo per comprendere che è la Vita a contenere la morte e non viceversa come abbiamo creduto e temuto per tanto tempo.
Oggi è il tempo di farci cambiare lo sguardo da questa nuova Vita che possiamo finalmente scorgere. È il tempo per vedere, credere e testimoniare che il Signore è vivo ed è qui con noi!
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Quali sono le pietre che spengono in me la speranza verso un futuro migliore?
Sento di riuscire a vivere nella mia quotidianità la Resurrezione? O mi sento fermo/a alla croce?
Cosa vedo oltre le croci che vivo? Cosa può nascere oltrepassando i miei stessi chiodi?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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