Al di là della paura – Vangelo di domenica 3 settembre
“Dio non voglia, questo non ti accadrà mai!”: Pietro, nella sua meravigliosa immediatezza, esprime la fragilità umana che abbiamo tutti di non voler perdere chi amiamo.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Gesù sa che il suo caro amico è morto e non si scompone davanti a questo terribile lutto. Raccoglie i discepoli e torna in Giudea a casa di Lazzaro, nonostante sia molto pericoloso, perché sa che c’è bisogno di lui.
Quando Gesù arriva nel villaggio, Maria e Marta mostrano due reazioni molto diverse per la morte del fratello: Marta si agita, si muove, è lei che ha mandato a chiamare Gesù ed è lei che gli va incontro per prima dicendogli: “Signore, se fossi stato qui!” e Gesù resta saldo e forte mentre la consola rivelandole l’eternità della vita per coloro che hanno accolto il Signore. In questo dolore così drammatico, troviamo la smisurata fede di Marta che risponde: “Signore, io credo che Tu sei il Cristo”.
Poi arriva Maria a sconvolgere la compostezza di Gesù, a rivelare il volto più umano di Dio. La donna si getta ai suoi piedi e quando Gesù la vede in lacrime e vede piangere tutte le persone arrivate insieme a lei si commuove profondamente, si sente turbato e scoppia in pianto.
Quanto commuove l’umanità di Dio che si scomoda per vivere insieme a noi il dramma della morte che tanto ci devasta, che viene sempre ad abitare il nostro dolore. Quanto sono credibili le lacrime di un Dio che si fa uomo per gli uomini, che ci salva non dalla morte ma nella morte.
Il vero risorto non è Lazzaro ma tutti coloro che, vedendo, hanno creduto nel Signore.
Gesù salvando Lazzaro firma la sua condanna a morte, eppure ci rivela un Amore che non è capace di calcoli, di convenienze. L’amore, anche nell’amicizia, può essere solo totale.
Possiamo amare in modo davvero libero solo se ci affidiamo totalmente al Signore, se affidiamo a lui anche la paura della morte.
Possiamo fidarci, non siamo soli!
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Quando mi trovo nel pianto, come Maria, riesco ad accogliere il Signore e farlo entrare nel dolore che vivo?
Come Marta, mi sento capace di vivere la Parola del Signore a tal punto da non temere più la morte, da trovare una consolazione nell’eternità della vita?
Come Gesù fa con Lazzaro, mi sento capace di vivere i rapporti di amicizia in modo totale senza valutare ciò conviene?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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