La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Il turbamento profondo che Gesù legge nel cuore dei discepoli è la paura dell’abbandono. Sente forte questa angoscia e la esplicita attraverso una rassicurazione che calma anche noi: “non sia turbato il vostro cuore, vado a prepararvi un posto”.
Quale Padre, infatti abbandona i figli?! Non il Signore.
Padre è colui che precede, guida, orienta. È colui che può tornare indietro a salvarci se inciampiamo in qualche difficoltà della vita.
Gesù, oggi, ci dice che Dio è un Padre che si fa per noi Via, Verità e Vita.
Essere Via non significa che Dio ha in mano una verità da poterci insegnare passivamente ma significa che Dio è la strada, la direzione. Che è il cammino. Che la fede ha sempre un movimento e non è mai un dato di fatto.
Essere Verità significa che tutto ciò che viene da Dio non ci possiede ma ci rispetta. Che apre le porte alla libertà e non le chiude. Che ci fa stare bene e ci restituisce pace.
Essere Vita significa che percorrendo la Via che il Signore ci indica nella Verità di chi siamo, e nell’autenticità della nostra esistenza, possiamo rivolgere lo sguardo verso il futuro, aprire le porte alla speranza e a quel domani che è ancora possibile.
L’assenza momentanea di Gesù e l’assenza momentanea che proviamo anche noi del Signore, non ha il risvolto dell’angoscia dell’abbandono ma il sapore di un incontro diverso con Lui.
La santità non è altro che vivere fissando il Signore nelle scelte della vita e cercandolo tra le rovine di ciò che accade. Lui ci precede, sempre. Non dobbiamo avere paura.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Mi capita di sentirmi abbandonato/a dal Signore?
Che emozione provo se immagino il Signore che mi cammina davanti come un Padre che mi assiste e mi guida sempre?
Cosa significa concretamente nella mia vita vivere la santità?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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