La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
“Se mi amate” è il presupposto di partenza che propone Gesù.
Amare il Signore è il cuore del cristianesimo ed è il centro di ogni relazione umana e fraterna.
Se non c’è amore è tutto vano ed è inutile proseguire in qualunque rapporto.
Gesù ha già dato prova del suo amore per i discepoli, ed ora tocca a loro guardarsi dentro per sentire se c’è quel grande presupposto da cui può iniziare la loro storia d’amore con il Signore.
Ora tocca a noi.
Amare il Signore significa, concretamente, accogliere la Sua Parola e viverla autenticamente, incarnandola nei risvolti quotidiani della nostra vita. O almeno provarci. I cristiani sono sempre coloro che ci provano e non si scoraggiano.
È con questo amore, in questo amore e da questo amore che nasce una “nuova alleanza” con Lui. L’amore per il Signore è l’origine della nostra vita, è il nostro senso e sarà il nostro ritorno.
Gesù si sta congedando ma ci sta lasciando tutto ciò che è indispensabile per continuare a vivere un rapporto con il Padre che non intende abbandonarci: amarlo davvero!
La comunione, segno d’amore che propone Gesù, ci fa entrare in una relazione con il Padre che non è basata più sulla paura ma sull’amore reciproco. Nella paura tutto si blocca mentre nell’amore tutto si muove e si sviluppa: “come vi ho amati, anche voi amate”.
L’amore è un presupposto diverso, ed è ciò da cui tutto e sempre origina.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Sento nel mio cuore l’amore per il Signore?
Desidero davvero vivere (o continuare a vivere) una storia con Lui?
Cosa posso accogliere e vivere oggi della Sua Parola?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
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