Oltre la giustizia – Vangelo di domenica 17 settembre
“Fino a che punto è giusto perdonare un fratello se è colpevole?” è la domanda che ci facciamo tutti almeno una volta nella vita. È una domanda frutto della paura…
I choose to meet the Lord.
I concentrate and go beyond my worries and thoughts.
I make a sign of the cross and inwardly express my desire to be in His presence.
While some people were speaking about how the temple was adorned with costly stones and votive offerings, he said, “All that you see here – the days will come when there will not be left a stone upon another stone that will not be thrown down.”
Then they asked him, “Teacher, when will this happen? And what sign will there be when all these things are about to happen?” He answered, “See that you not be deceived, for many will come in my name, saying, ‘I am he,’ and ‘The time has come.’ Do not follow them! When you hear of wars and insurrections, do not be terrified; for such things must happen first, but it will not immediately be the end.”
Then he said to them, “Nation will rise against nation, and kingdom against kingdom. There will be powerful earthquakes, famines, and plagues from place to place; and awesome sights and mighty signs will come from the sky. Before all this happens, however, they will seize and persecute you, they will hand you over to the synagogues and to prisons, and they will have you led before kings and governors because of my name. It will lead to your giving testimony. Remember, you are not to prepare your defense beforehand, for I myself shall give you a wisdom in speaking that all your adversaries will be powerless to resist or refute. You will even be handed over by parents, brothers, relatives, and friends, and they will put some of you to death. You will be hated by all because of my name, but not a hair on your head will be destroyed. By your perseverance you will secure your lives.”
We too experience life and faith as something aesthetically beautiful. Today, Luke continues to accompany us in understanding the difficult and paradoxical link between life (physical and spiritual) and death, between death and resurrection. A paradox we struggle to live with.
With his prophecy, Jesus tells us that the life of faith does not come from external security but through the tribulations of life, through crises, and tragedies. The life of faith is embedded in the life of the world, and unfortunately in the world there is evil, sickness, suffering. Sin exists.
Sometimes terrible things happen in our lives and it feels like the end has come. Here Jesus reassures us once again by saying: ‘do not be terrified…. the end will not follow.”.
When we experience a cross in our lives, God asks us to hold him in an even stronger embrace. In persecutions, in the pain of life, in the labours of every day, it is in these very moments that God needs witnesses, that God needs holiness.
If we fix our gaze on His face, even in the deepest pain, God becomes substance for our life and in our life. He becomes “the purpose” that overcomes “the end”. He becomes the living horizon that embraces.
We thus realise that we can continue to live even if we are suffering, we can suffer but yet still continue to live along a path that has the scent of salvation.
I visualise the scene by trying to imagine the location, characters, dialogue, tone and gestures.
I let my feelings emerge, what strikes me most, the emotions I feel.
I accept my feelings, without censorship, without judgement.
As if I were addressing a friend, I speak to the Lord and with a feeling of gratitude express to him what I feel I am receiving from him at this moment.
I recite an Our Father to greet him and leave the prayer.
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«Ma voi, chi dite che io sia». Gesù non cerca consensi ma rapporti veri, coinvolgimenti affettivi autentici: “cosa ti è successo quando mi hai incontrato?”, questa è la domanda che…
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Non siamo abituati ad un Dio che si fa presente ancora prima che lo supplichiamo.
“Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te” è la dinamica della quotidianità, dove vivere insieme può significare anche ferirsi a vicenda e confliggere.
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