Il dono di Dio! – Vangelo di domenica 12 marzo
L’incontro tra Gesù e la Samaritana avviene nella solitudine. Entrambi sono stanchi, abbandonati, deboli. Entrambi hanno sete.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Anche a noi capita di vivere la vita e la fede come qualcosa di bello esteticamente. Oggi, Luca continua ad accompagnarci nel comprendere il difficile e paradossale legame tra la vita (fisica e spirituale) e la morte, tra la morte e la Resurrezione. Un paradosso che fatichiamo a vivere e con cui facciamo fatica a convivere.
Con la sua profezia Gesù ci dice che la vita della fede non passa dalla sicurezza esteriore ma dalle tribolazioni della vita, passa dalle crisi, dai drammi. La vita della fede è inserita nella vita del mondo e purtroppo nel mondo esistono il male, la malattia, la sofferenza. Esiste il peccato.
A volte nella nostra vita accadono cose così brutte che ci sembra la fine ed è qui che Gesù ci rassicura ancora una volta dicendoci: “non temete, non sarà la fine”.
Quando nella nostra vita viviamo una croce è lì che Dio ci chiede di stringerlo in un abbraccio ancora più forte. Nelle persecuzioni, nel dolore della vita, nelle fatiche di ogni giorno. È lì che Dio ha bisogno di testimoni, di santità.
Se teniamo lo sguardo fisso sul Suo volto, anche nel dolore più profondo, Dio si fa sostanza per la nostra vita e nella nostra vita. Si fa “il fine” che vince “la fine”. Si fa orizzonte vivo che abbraccia.
Allora ci accorgiamo che possiamo vivere anche se stiamo soffrendo, possiamo soffrire ma continuare a vivere lungo un cammino che ha il profumo di salvezza.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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