Il dono di Dio! – Vangelo di domenica 12 marzo
L’incontro tra Gesù e la Samaritana avviene nella solitudine. Entrambi sono stanchi, abbandonati, deboli. Entrambi hanno sete.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
“Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.”
Fedeltà. È una parola così importante che spaventa sempre un po’ tutti.
Difficile. La strada che porta al Signore appare sempre così difficile. Anche oggi, la strada dell’amore appare una strada che va scelta e agita secondo una volontà forte e non un fragile e impetuoso istinto naturale. Al contrario, sentiamo forte l’istinto di difenderci dalle nostre paure e su quello spesso stringiamo patti privati con i nostri interessi personali e finiamo per chiederci cosa possiamo ottenere dagli altri invece che chiederci cosa possiamo fare noi per loro. E invece che fidarci di Dio, finiamo per servire il “padrone sbagliato”: il male della paura.
Costruire la vera amicizia con gli altri, implica aver stretto nel nostro cuore un patto profondo con Dio. È in quel patto che Lui ci chiede fiducia e fedeltà.
Quando amiamo gli altri o mettiamo al centro loro o mettiamo al centro i nostri interessi. Ma dove ci sono i nostri interessi e regna il nostro individualismo, Dio manca e si sente tradito. Dove al centro del rapporto con gli altri c’è il loro bene, il cuore di Dio batte. Dio vive. E mentre crollano le nostre fragili difese umane, il nostro sguardo si dilata e nel nostro cuore giunge un piccolo battito del cuore di Dio. E le difese non servono più perché le paure sono svanite.
Dobbiamo solo fidarci. E restare fedeli.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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