Quanto ci terrorizza l’idea di essere servi e per di più inutili. Noi, che per tutta la vita cerchiamo di affermarci, di sentirci riconosciuti e validati. Noi, che sentiamo soddisfazione in ciò che facciamo solo se qualcuno ci dice “grazie” e ci conferma che siamo stati davvero utili.

La verità è che cerchiamo per tutta la vita di scappare dalla paura di essere servi, di non avere scelta.

E Dio lo sa bene che rischiamo di essere schiavi di questa paura e ci rassicura con tutta la sua tenerezza paterna: ci dice che è solo fermandoci, accogliendo la paura e accettando la frustrazione e quel senso di vulnerabilità che ci sentiremo non solo più liberi ma anche più forti, più saldi.

La fortezza della fede nasce dall’accettare tutta la nostra fragilità, senza fuggirla. Nasce dall’umiltà con cui ci sentiamo semplicemente servi, dalla libertà di non essere riconosciuti attraverso un “grazie”, dall’amore di chi dona semplicemente sé stesso.

Per essere discepoli dobbiamo essere servitori.
Per essere fratelli dobbiamo sentirci tutti alla pari,
tutti umili servi di un solo padrone.