Il dono di Dio! – Vangelo di domenica 12 marzo
L’incontro tra Gesù e la Samaritana avviene nella solitudine. Entrambi sono stanchi, abbandonati, deboli. Entrambi hanno sete.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Dopo aver proclamato le beatitudini, attraverso il Vangelo di oggi, Gesù restituisce ai suoi discepoli una grande e importante responsabilità: quella di essere testimoni più che credenti, credibili.
Lo fa con due esortazioni molto chiare: “Siate sale per la terra e luce per gli uomini”. E aggiunge: “A cosa serve il sale se perde sapore?!” e ancora: “Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio!”.
Il tono di Gesù oggi cambia rispetto a quando ci ha parlato delle beatitudini. Oggi, infatti, ci esorta ad uno scatto di crescita e di maturità restituendoci due grandi impegni che non ci dobbiamo mai dimenticare per continuare ad essere discepoli credibili: “Siate sale e luce per coloro che vi incontrano!”.
Essere testimoni non significa essere perfetti, e ce lo ricorda oggi San Paolo dicendoci: “Ma io sono venuto da voi fragile e debole, con tutte le mie paure e tribolazioni”. È così, i veri testimoni sono tali perché vivendo le loro fragilità e le loro debolezze attraverso le beatitudini, si fanno davvero sale e luce per gli altri.
Fermiamoci. Guardiamo la nostra vita. Cerchiamoci dentro le beatitudini che Gesù ci ha restituito. Troviamo la nostra beatitudine, quella in cui ci identifichiamo. È proprio lì, nel dolore, che dobbiamo testimoniare ed essere credibili nel restituire agli altri il sapore e la luce… nell’annunciare la vita!
Chiediamo al Signore la grazia di saper consolare se siamo stati nel pianto, di difendere se siamo stati lesi dall’ingiustizia, e così via.
Non stanchiamoci di costruire una fraternità migliore.
Non siamo soli!
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Quale sapore ha dato il Vangelo alla mia vita?
In che modo, concretamente, lo testimonio agli altri?
Il mio rapporto con il Signore, il tempo che gli dedico, è sufficiente per farmi “accendere”, per diventare luce per gli altri?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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