La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
A volte pensiamo che pregare sia un compito difficilissimo per il quale non ci sentiamo mai pronti, mai all’altezza. Altre volte pensiamo che pregare significhi ottenere ciò che desideriamo ardentemente o di cui abbiamo disperatamente bisogno e ci chiediamo perché farlo se tanto Dio non può cambiare gli eventi della nostra vita o evitarci sofferenze.
Perché amare non significa avere il potere di cambiare il mondo, non è questa l’onnipotenza di Dio. Dio è onnipotente in quanto Padre che ama il mondo, non in quanto proprietario che possiede il mondo.
Amare una persona significa esserci, desiderare di vivere tutto ciò che accade insieme a quella persona senza stancarsi mai di chiedere la sua presenza.
La preghiera è un grido che rivolgiamo a Dio e con cui gli chiediamo “Signore, per favore, vieni”. Questo nostro grido fa sentire Dio chiamato, accolto, desiderato. E Dio arriva sempre, senza essere invadente, attendendo solo che la nostra voce lo chiami per dirci “Sono qui, sono con te, resto con te… non avere paura”. Questa comunione ci dà la forza per andare avanti.
Pregare significa restare.
Restare è una delle più belle voci del verbo amare.
Dio c’è. E resta.
Ma quando arriverà… Lui troverà noi?
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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