Al di là della paura – Vangelo di domenica 3 settembre
“Dio non voglia, questo non ti accadrà mai!”: Pietro, nella sua meravigliosa immediatezza, esprime la fragilità umana che abbiamo tutti di non voler perdere chi amiamo.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Commuove l’amore di Dio concentrato in questa scena. Commuove l’intensità con cui Zaccheo e Gesù si guardano e si amano, sorprendendosi a vicenda. Un attimo che è riuscito a cambiare una vita.
Zaccheo è un disonesto, vive consapevolmente nel peccato ed è odiato dalle persone. È lontano da Dio perché è lontano da sé stesso e dagli altri. Eppure ha sete. Sente forte il desiderio di vedere Gesù, tanto ne sente l’assenza. E prova in tutti i modi a farsi spazio tra la folla che però lo blocca, lo giudica.
Sorprende la tenacia di Zaccheo che non demorde e alla fine sale su un albero pur di riuscire a vedere Gesù. A volte, senza saperlo, anche noi possiamo sorprendere Dio.
Sorprende la prontezza di Gesù che lo vede prima e la sua capacità di sintonizzarsi con chi lo cerca perché ha bisogno di lui.
In un solo sguardo d’amore tra Zaccheo e Gesù è racchiusa l’essenza dell’amore di Dio che passa attraverso la misericordia: “Zaccheo scendi, devo venire a casa tua” significa “Zaccheo ti amo così come sei, vai bene così”. Dio perdona prima del nostro pentimento e ci ama per come siamo. Quando siamo in crisi e ci sentiamo sbagliati e smarriti, possiamo contare sul suo sguardo per ritrovarci e sentirci amati.
Gesù rompe gli schemi malgiudicanti di una folla che mentre lo cerca, dà le spalle ai perduti, ai lontani, e si fa muro invece che albero. Anche noi possiamo essere alberi per tante persone lontane che vivono la stessa nostalgia di Zaccheo, lo stesso desiderio.
Zaccheo si salva perché sceglie di convertirsi, di cambiare.
Dio non ha a cuore la nostra rettitudine quanto più la nostra libertà.
Come Zaccheo possiamo scegliere, Lui ci ama lo stesso.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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