La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Giovanni è un assiduo cercatore di Cristo. Non si accontenta del solo cercare bensì trova ciò che desidera e vuole comunicare agli altri la gioia di aver incontrato il Signore.
La ricerca di Dio comincia dal profondo desiderio di conoscerlo.
Giovanni desidera conoscere il Signore e, posando lo sguardo su Gesù mentre gli va incontro, lo vede.
Solo se posiamo lo sguardo sul Signore che ci viene incontro in tutto ciò che viviamo, possiamo anche noi fare esperienza di un vero incontro con Lui. Dio non è artefice di ciò che ci accade ma è dentro ogni accadimento della nostra vita se solo diventiamo capaci di vederlo, incontrarlo, riconoscerlo.
Dio si incarna nella vita di ognuno di noi e spesso commettiamo l’errore di cercarlo in risposte pre-confezionate o seguendo strade che hanno percorso altri. Spesso rinunciamo alla bellezza di ascoltare ciò che Dio ha da dire a noi e a noi soltanto, a modo nostro e nostro soltanto. Ci perdiamo la meraviglia di un amore esclusivo col Signore che non cambia mai la sua sostanza ma che si modella secondo una forma sempre nuova, sempre diversa e capace di restituire ad ognuno di noi il senso profondo di una vita radicata in Cristo.
Non dobbiamo avere paura di diventare anche noi, come Giovanni, assidui cercatori di Dio.
A furia di cercarlo, finiremo per seguirlo e sentiremo il bisogno di testimoniarlo.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Cerco Dio nelle piccole cose quotidiane che vivo? Lo vedo oppure ho lo sguardo per lo più altrove?
Cosa ho provato la prima volta che l’ho incontrato nella mia storia?
Vivo il desiderio, come Giovanni, di testimoniare la gioia e la commozione di aver incontrato il Signore?
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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