Al di là della paura – Vangelo di domenica 3 settembre
“Dio non voglia, questo non ti accadrà mai!”: Pietro, nella sua meravigliosa immediatezza, esprime la fragilità umana che abbiamo tutti di non voler perdere chi amiamo.
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
L’evangelista Matteo ci mostra uno spaccato del concepimento di Gesù vissuto dalla prospettiva di suo padre, Giuseppe.
Giuseppe è un uomo che ama profondamente la sua donna e con la quale ha dei progetti ben precisi e stabiliti. Eppure, all’improvviso, arriva lo Spirito di Dio a stravolgergli del tutto i piani. Non solo nella vita della sua sposa, ma anche nella sua.
E vediamo un uomo ferito, disorientato e turbato che non sa cosa fare. In pochissimo tempo, Giuseppe, deve prendere una decisione estremamente importante. Sa che non può tenere con sé Maria ma il suo senso di giustizia lo porta a trovare un modo per ripudiarla e, al contempo, salvarle la vita.
Giuseppe ha prima di tutto a cuore questo: custodire la vita, proteggerla, salvarla. È questo che fa di lui un uomo giusto dal cuore buono. Ma questo non basta a renderlo santo.
Accade che, nel cuore della notte, a decisione presa, arriva un sogno a stravolgergli ogni decisione, a fargli mettere di nuovo in discussione tutto. A Giuseppe è bastato un sogno per dire il suo “si” ad un nuovo progetto di vita che, seppure inaspettato, aveva la firma di Dio. Giuseppe ha sentito e ha riconosciuto la presenza di Dio non solo in quel sogno ma anche in ciò che stava avvenendo nella sua vita familiare.
Quella vita stravolta, quei piani saltati, hanno trovato in Cristo un nuovo ordine.
È questo aver detto “si” ad un nuovo e misterioso piano di Dio che ha reso Giuseppe un santo, il padre di tutti i papà e modello di un amore coniugale profondamente radicato in Cristo.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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