La forza della sua presenza – Vangelo di domenica 21 maggio
Come è possibile credere, amare e dubitare? Come possono coesistere nello stesso cuore due dimensioni così contraddittorie?
Scelgo di incontrare il Signore.
Mi concentro e vado oltre le mie preoccupazioni e i miei pensieri.
Faccio un segno di croce ed esprimo interiormente il desiderio di stare alla Sua presenza.
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Giovanni si trova in carcere e la sua fede viene assalita da una forte inquietudine, da un terribile dubbio. Anche la fede di un uomo tanto grande e tanto vicino a Cristo può vivere una crisi inaspettata e difficile. Si, è proprio così. È molto difficile quando all’improvviso sembra crollare ciò che poco prima era in noi così saldo e di così vitale importanza, come la fede in Dio.
Il male, spesso, opera in queste crepe, in queste “crisi”. Ma Giovanni, nel suo disorientamento interiore sceglie una strada ben precisa: decide di interrogare direttamente il Signore.
L’Amore in fondo è anche questo. È abbracciarsi nel dubbio, guardarsi nella paura, difendersi nell’incomprensione.
Giovanni decide di fissare il volto di Dio e di interrogarlo secondo le paure che gli abitano il cuore.
Giovanni sceglie la verità. Si pone cuore a cuore davanti a Dio, senza vergogna, facendosi piccolo.
E ritrova il suo Signore, ritrova la sua fede.
È questo coraggio della verità che rende Giovanni il più grande.
In questa terza settimana di avvento, direzioniamo lo sguardo verso Dio e apriamogli le porte del nostro cuore, senza vergogna, con tutte le vere emozioni che lo abitano.
Dio ci attende.
Visualizzo la scena provando ad immaginare il luogo, i personaggi, i dialoghi, i toni e i gesti.
Lascio che emergano i miei sentimenti, ciò che più mi colpisce, le emozioni che provo.
Accolgo il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Come se mi rivolgessi ad un amico, parlo con il Signore e con sentimento di gratitudine gli esprimo ciò che sento di ricevere da lui in questo momento.
Recito un Padre nostro per salutarlo e uscire dalla preghiera.
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